NIGLI: Benvenuto Andrea Roncato

Questioni di inserimento di un nuovo coniglio XL maschio chiamato Andrea Roncato (non ancora castrato) in una conigliera abitata da una coniglia XL femmina di nome Mara Venier.

Piace tanto, oggigiorno, l’espressione “narrazione tossica” che si usa, spesso e volentieri, per mettere in discussione gli stereotipi legati ai ruoli di genere. Che sia quell’innato istinto alla maternità (o alla responsabilità genitoriale), che sia qualsiasi argomentazione che gravita attorno alle vittime di stupro, che sia la violenza maschile di giganti buoni che salutavano sempre fino a quando non hanno sterminato la famiglia a martellate per poi suicidarsi… Si parla di narrazione tossica, anche, quando si parla di disabilità, razzismo, culto dell’iper-lavoro e del sacrificio necessario per meritare un cicinin di dignità sul posto di lavoro, dopo aver completato il giro di boa degli stage, tirocini, contratti di apprendistato ecc. ecc. 

Si parla, insomma, di narrazione tossica ogni volta che vogliamo far sembrare bello, giusto e sacrosanto qualcosa che non lo è. Come per esempio i conigli. 

Secoli di disegnini pucciosi che ritraggono coniglietti morbidosi dalle lunghe orecchie e la coda a batuffolo. Candidi, teneri e buffi animaletti che saltellano elargendo gioia e sofficità ma la verità è decisamente diversa. I conigli sono cattivissimi! Territoriali. Violenti. Supponenti. Tracotanti ed arroganti. Non mi viene difficile immaginare perché Fritz abbiamo punito El-Ahrairà – il primo coniglio – rendendolo preda e principe dai mille nemici. Perché guardate questi due, per esempio… Mara Venier e Andrea Roncato al primo loro incontro. Teneri vero?

Guarda il video e le foto su IG

Andrea Roncato
Il primo incontro
Mara Venier

Eppure sono separati da una rete provvisoria (la plastica non basterebbe altrimenti, perché ci va l’acciaio per resistere a quei denti). Sono separati perché Andrea non è sterilizzato e cercherebbe di montare Mara Venier fino a farle male. Oppure Mara Venier potrebbe reagire piuttosto male e cercare a sua volta di montare simbolicamente Andrea Roncato, per sottometterlo, fino ad aprirgli la faccia o staccargli le orecchie con quelle unghie nate per scavare tunnel nella terra. 

E poi ci siamo noi. Non io e Satana nello specifico, che sicuramente abbiamo i nostri torti, intendo quel “noi” che comprende ognuno di noi nella vastità del tempo e dello spazio. Gli umani.

Mara Venier arriva da uno stabulario ed era destinata ad essere una cavia per i nostri esperimenti e Andrea Roncato, invece, è nato ed è stato allevato in gabbia per finire in padella. E lo so che hanno un carattere di merda, sono animali difficili da gestire e dal concetto di salute opinabile… ma davvero non posso fare a meno di pensare a dove sarebbero loro altrimenti. A quello che hanno subito i loro fratelli e le loro sorelle. A quello che patiscono da infinite generazioni. 

E poi Andrea Roncato sembra quasi affettuoso. Ed è bellissimo. E, oddio, a guardarli in foto sono proprio teneri, nevvero?  

Marmellata di fragole e banane

Ricetta della marmellata di fragole (con il Bimby) con una banana come addensante e dolcificante.

Quella manifestazione di Natura semi-addomesticata formerly known as orto è prima di tutto un esercizio al desiderio. Passi un anno a desiderare cose sbagliate e super sexy come le fragole a dicembre nei supermercati ma ti astieni aspettando che arrivino le tue di fragole. Poi arrivano le fragole, tantissime, buonissime, tutte insieme, troppe. Da non sapere più che farsene. E non ti rimane che condividere e donare quest’abbondanza a chi hai intorno. Eppure quelle fragole (cetrioli, ciliegie, zucchini, pomodori…) sono sempre più di quante se ne possano mangiare in una stagione. Ma non riesci a farle andare a male perché ti ricordi di quel desiderio a cui ti sei astenuta per tutto il resto dell’anno.

Allora cerchi il modo di conservare quell’abbondanza e preservare quel piacere con confetture, sott’oli e barattolame vario – scongiurando il botulino – in attesa di quei tempi di assenza.

E niente, volevo dire che ho fatto questa marmellata con le nostre fragole e ci ho messo una banana dentro, perché era mezza marcia – sebbene quella che per noi è una banana marcia per altri è una banana matura e quella che per noi è una banana matura, per il resto di buona parte del mondo è una banana acerba – ed è buona in modo commovente perché, per sapore e consistenza, è come se stessi mangiando pane, burro e marmellata… ma senza burro! Giurin giuretta.

RICETTA DELLA MARMELLATA DI FRAGOLE CON POCO ZUCCHERO, SENZA SBATTY E FRUTTAPEC

INGREDIENTI

  • 1 kg di fragole
  • 250 g di zucchero di canna
  • 2 banane
  • limone

PROCEDIMENTO

Raccogliete le fragole, lavatele per benino, tagliate il buffo cappellino verde che indossano e tagliatele senza troppi sbattimenti. Mettetele nel Bimby.

Leggi qui per scoprire come moltiplicare le fragole con delle lattine di birra o dei bicchierini biodegradabili.

Aggiungete la scorza del limone grattugiata – che ho scoperto l’altro ieri si scriva con una G sola, incredibile – badate bene che non sia un limone bello ma infame che è tutto apparenza, ma che nasconda il capitalismo come il femminismo di Freeda Magazine. Aggiungete anche il succo del limone filtrato dai semini che sono amari e poi vi cresce la pianta nello stomaco. Giuro. Ed è un casino vivere con delle radici di un limone che affondano nell’intestino tenue.

Aggiungete lo zucchero, per ora. Nel senso che ogni volta che faccio la marmellata ne aggiungo sempre meno e non è che faccia così schifo eh. E poi comunque qui c’è il trucco della banana molto, molto matura. Che dona dolcezza e cremosità al tutto.

Azionate il Bimby a 100° (con il cosino che tappa il buco del coperchio) e fate andare a velocità 1 per almeno 30 minuti. Ad una certa, magari, date un occhio alla consistenza con la prova del piatto!

QUANTO DEVE ESSERE DENSA LA MARMELLATA?

Saranno fattacci suoi, mica vogliamo imporre degli standard di consistenza alla marmellata, diamine! Dopo aver espresso a chiare lettere su tutti i vostri canali social che la marmellata è sempre bella così com’è, potete fare di nascosto la prova del piatto che consiste, insomma, nel prendere un cucchiaino di marmellata, metterla su un piatto e inclinarlo un cicinin per vedere se la marmellata sbrodola via lasciando una scia acquosa o si muove molto lentamente e in modo compatto, come l’ultimo dei ghiacciai che resisterà sulle vette prima della nostra completa estinzione quando questo, grazie alle Dea, avverrà. Amen.

Se la vostra marmellata non ricorda l’ultimo dei ghiacciai, ma del moccio liquido all’inizio di un bel raffreddore, allora togliete i cosino che tappa il buco del coperchio del Bimby e fate un po’ evaporare il liquido in eccesso.

Una volta soddisfatti e soddisfatte, non vi resta che mettere tutto in un barattolo bello lindo e pulito. La marmellata così prodotta dura in frigo massimo massimo una settimanella. Se diventa frizzante direi di buttarla, ecco. Altrimenti potete optare per succhiare via l’aria dal barattolo per poterla conservare diversi mesi. Come?

Ne parlo qui.

Leggi qui per scoprire come sterilizzare i barattoli in pochi minuti e scongiurare il botulino che è una cosa seria. Ma seria seria, per davvero. Tipo che muori.