Cronache dalla Cascinazza | 12 giugno 2023

Immortal, Black Metal | OrtoPunx

È stato un weekend di lavori dimmerda. Di cose che abbiamo rimandato per troppo tempo ma stavano rendendo il giardino una giungla. Il Glicine con i suoi tentacoli filiformi stava chiudendo definitivamente il passaggio verso il giardino. Un meraviglioso ed enorme muro di foglie verdi come i bruchi con questi micro-tentacoli in esplorazione. Per passare oltre dovevamo camminare sul prato che, con le piogge e il nostro fare avanti e indietro, ha un aspetto veramente fetido.

Il tempo ci ha concesso due belle giornate calde e ne abbiamo approfittato per ripristinare il passaggio e limitare la crescita del Glicine. Spero non vada a compromettere la nuova fioritura di fine estate.


Siamo arrivati qui alla Cascinazza che tutto era a riposo, ma i lavori in casa e il trasloco ci hanno impedito di mettere mano al giardino e alle potature quando eravamo in tempo per farlo e ora facciamo i conti con una giungla di rami, foglie e giovani gettate che sembrano diti medi alzati verso gli sbirri quando non ti vedono. In questo caso, però, i diti medi e tutti questi vaffanculo della natura rigogliosa che se ne sbatte del mio “vialetto piastrellato” o del fatto che mi faccio la doccia ogni volta che passo sotto il melograno, pregno di pioggia, per dare da mangiare alle bestie, sono ben visibili e decisamente strafottenti. Diti medi lunghissimi. E in questo caso gli sbirri siamo noi con le nostre cesoie e il tosasiepi.


Ranzato via il Glicine, tutto il nostro nazismo si è riversato sul Melograno reo di:

  • Impormi docce non richieste, in questa stagione dei monsoni, ogni qual volta scendevo i gradini in pietra che portano al pollaio.
  • Avermi strappato ciuffi e ciuffi dei miei capelli, messi già a dura prova dall’ autolesionismo tipico di chi persevera a decolorarsi i capelli da sola, intanto che quel pollaio veniva assemblato, proprio lì, sotto il melograno spoglio, ma carico di frutti mai raccolti e lasciati marcire, e… spine. Porca merda, sì… il melograno ha degli spuntoni che ricordano gli spike sui bracciali degli Immortal. Giuro.
Hair Holocaust

Ora i frutti marci non ci sono più e, al loro posto, ci sono millemila foglioline di un verde intenso e lucido. E ci sono i boccioli di quel color corallo tipico del design modernista degli anni sessanta. La mia prima televisione era di quel colore. Una scatola arancione corallo in bianco e nero con le antenne di insetto regolabili in altezza e direzione alla vana ricerca di un Italia 1 che tanto, quando si era fortunate a intercettare la frequenza, era come guardare Occhi di gatto dall’obló di un frullatore intanto che qualcuno suona una cover di un pezzo dei Disclose con le maracas.

Uno spreco di tempo senza dubbio. Così come è uno spreco vedere tutti questi boccioli di melograno per terra vittime del nostro bisogno borghese di accedere al giardino.

Nello schiudersi dei fiori c’è sempre qualcosa di erotico.

sexy

Nello schiudersi dei fiori c’è sempre qualcosa di erotico. Quel contrasto tra turgidità e morbidezze. Quei petali tutti stropicciati a nascondere e svelare lentissimamente, ciò che c’è di più prezioso. Non mi sorprende affatto che si usino spesso delle metafore legate alla botanica per descrivere le robe zozzette. A parte “scopare” dalla misteriosa origine etimologica. Non mi ricordo quando o con chi ma, soprattutto dopo quante birrette, ricordo chiaramente di aver fatto diverse congetture circa la connessione tra l’atto di ramazzare con una scopa e quell’hobby che si pratica senza vestiti o con quei vestiti con cui mica ci vai a lavoro. A meno che il tuo lavoro non sia quella cosa lì e allora non si tratta più di un hobby ma di una professione e… stavo parlando dei fiori del melograno e delle sue spine e del fatto che nello schiudersi di quel fiore vedo la celebrazione della sensualità o forse sono io che sono in ovulazione e in balia dei miei ormoni.

@valeria_disagio

Intanto che le api e i bombi fanno quello che fanno le api e i bombi nella giungla di kiwi, il gallo del vicino Pacciani sta addosso alle galline, si accettano consigli, ricette e prenotazioni in vista delle quintalate di kiwi che presto arriveranno. #cronachedallacascinazza #ortopunx

♬ suono originale – ValeriaDisagio

In ogni caso oltre al Glicine lovecraftiano e il melograno tintobrassiano, abbiamo dovuto far del male pure al kiwi. E qui la cosa è tragica e avremo sensi di colpa per i prossimi secoli. Probabilmente verrà fondata una religione a causa dell’orrore di cui ci siamo macchiati la coscienza. Da qualche parte, tra qualche secolo, qualche guru misogino e armato fino ai denti si barricherà con la propria setta pronto a sacrificare tutti e tutte (eccetto se stesso) in nome del loro credo nato per lo strazio conseguente della strage di kiwi bambini perpetrata nel 2023 da un uomo soprannominato Satana e della sua complice e amante che gli reggeva la scala (sotto una cascata di rami, foglie e i KIWI APPENA NATI). Santo Kiwi! Kiwi appena nati che ora giacciono per terra senza più un futuro se non quello di marcire. Giù le mani dai Kiwi Bambini.

Opuscolo informativo del Libero Culto del Pianto e dello Strazio dei Kiwi Bambini Massacrati da Satana

Ma, santo Kiwi, la crescita incontrollata delle 76 piante di kiwi tutte ammucchiate e aggrovigliate tra loro stava sconfinando sull’orto mettendo in ombra i pomodori. E non si fa, ok? Nessuno mette in ombra i pomodori.

Cose che ho imparato potando un kiwi in fiore:

  • Come è noto, i giovani fanno casino perché non hanno il senso del proprio ingombro. Ne ho parlato pure qui. Fatto sta che tra polloni e succhioni (oh, si chiamano così) aggrovigliati tra loro, non solo i pomodori e una parte dell’orto erano in ombra, ma lo stesso kiwi si stava facendo ombra da solo rendendo sterili i rami più in basso e più anziani e facendo crescere i frutti là dove nessuno potrà mai raccoglierli. I succhioni, poi, sono infingardi perché lì vedi così mingherlini eppure sanno essere molto molto molto lunghi e perno di intricate vicende come teenager nichilisti in un’epoca lontana e utopica in cui sono i giovani a inibire i vecchi e non il contrario, decretando la morte culturale del Paese e il caro-affitti. Il senso è che i kiwi vanno potati circa tre volte l’anno in momenti diversi. Tipo. Che palle.
  • I Kiwi appena nati sono teneri come le balle dei gattini. Tondi e fatti di peluche.

I KIWI APPENA NATI ASSOMIGLIANO ALLE BALLE DEI GATTINI.
I KIWI APPENA NATI ASSOMIGLIANO ALLE BALLE DEI GATTINI.
I KIWI APPENA NATI ASSOMIGLIANO ALLE BALLE DEI GATTINI.

@valeria_disagio

Oggi ho scoperto che i kiwi bambini sono uguali alle balle dei gattini!!!! #cronachedallacascinazza #ortopunx #kiwi #gattini #valeriadisagio

♬ suono originale – ValeriaDisagio

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